Dei libri dell'anno 24: La vita davanti a sé
Quello che propongo oggi per il venerdì del libro è un romanzo bellissimo che mi ha accompagnato nella trasferta parigina e di cui consiglio caldamente la lettura, La vita davanti a sé, di Romain Gary.
Come ne Il quaderno azzurro la storia è raccontata in prima persona da un bambino cresciuto troppo in fretta in una realtà di abbrutimento umano e sociale, ma qui il messaggio che passa è, nonostante tutto, un messaggio d'amore.
Protagonista e narratore è Momo, un bambino arabo di 10 anni (che poi si rivelano 14) che vive in una sorta di casa-famiglia insieme con altri bambini, figli come lui di prostitute, in un palazzo abitato da una varia umanità di ogni razza, lingua e religione, che spesso vive ai margini della legalità, ma è legata da profonde relazioni di affetto ed amicizia.
C'è, innanzi tutto, Madame Rosa, vecchia prostituta ormai in pensione che sbarca il lunario accogliendo nella sua casa i bambini che le madri le affidano perché sfuggano al controllo degli assistenti sociali. La donna ha un doloroso passato alle spalle (è stata internata in un campo di sterminio perché ebrea) e continua ad avere incubi (che sono i sogni quando invecchiano). Madame Rosa viene impietosamente descritta dal ragazzo nel suo aspetto ormai cadente, ma è oggetto dell'amore assoluto di Momo, che lei, a sua volta, ama di un amore totale.
C'è il signor Hamil, un vecchio venditore di tappeti che ha insegnato a Momo tutto quello che sa, che aspetta che Allah lo chiami e conosce Victor Hugo. A lui Momo rivolge la domanda chiave: "Si può vivere senza amore?"
C'è il travestito senegalese, Madame Lola, che è la persona più buona del mondo e "se tutti fossero stati come lei, il mondo sarebbe terribilmente diverso e ci sarebbero molte meno disgrazie".
C'è il vecchio medico che, anche se non ce la fa più a salire le scale perché è malato anche lui, continua ad assistere Madame Rosa e a rassicurarla nelle sue paure.
Ci sono i vicini, che fanno riti tribali per riportare alla salute Madame Rosa e la portano in braccio su per le scale, quando lei desidera rivedere i luoghi della sua giovinezza e il marciapiede su cui batteva.
Tutto questo mondo, sicuramente torbido, viene visto con gli occhi di un bambino (che di fatto è già un uomo e, per certi versi è già un vecchio), e presentato da lui con semplicità, come se si trattasse di una realtà normale.
Le riflessioni di Momo toccano tutti gli aspetti della vita, anche i più discussi, come il diritto all'eutanasia e la cura degli anziani, e colpiscono per la loro immediatezza e la loro profondità.
Momo, che non si sorprende per ciò che lo circonda, rimane impressionato dal vedere "il mondo a rovescio" in una sala di montaggio e, grazie al suo sguardo, anche noi vediamo un mondo alla rovescia, in cui la prostituzione è un lavoro come un altro, non è importante che tu sia ebreo, musulmano, bianco, nero o cinese, ma ciò che conta è l'umanità, senza giudizi e pregiudizi, perché "Homo sum, humani nihil a me alienum puto".
A differenza della piccola Batuk, per Momo fortunatamente si apre uno spiraglio e il romanzo si chiude con un messaggio di speranza.
Non ho parlato dello stile originalissimo, nè dell'autore, né della strana composizione di questo libro, sappiate però che Gary ha anticipato quegli autori moderni di successo, come Pennac, che hanno fatto oggetto della loro narrazione i quartieri multietnici di Parigi (l'azione del romanzo si svolge nel quartiere di Belleville, sfondo delle vicende di Malaussène e della sua tribù), popolati da immigrati di tutte le razze e crogiolo di esperienze e di culture.
Le riflessioni di Momo toccano tutti gli aspetti della vita, anche i più discussi, come il diritto all'eutanasia e la cura degli anziani, e colpiscono per la loro immediatezza e la loro profondità.
Momo, che non si sorprende per ciò che lo circonda, rimane impressionato dal vedere "il mondo a rovescio" in una sala di montaggio e, grazie al suo sguardo, anche noi vediamo un mondo alla rovescia, in cui la prostituzione è un lavoro come un altro, non è importante che tu sia ebreo, musulmano, bianco, nero o cinese, ma ciò che conta è l'umanità, senza giudizi e pregiudizi, perché "Homo sum, humani nihil a me alienum puto".
A differenza della piccola Batuk, per Momo fortunatamente si apre uno spiraglio e il romanzo si chiude con un messaggio di speranza.
Non ho parlato dello stile originalissimo, nè dell'autore, né della strana composizione di questo libro, sappiate però che Gary ha anticipato quegli autori moderni di successo, come Pennac, che hanno fatto oggetto della loro narrazione i quartieri multietnici di Parigi (l'azione del romanzo si svolge nel quartiere di Belleville, sfondo delle vicende di Malaussène e della sua tribù), popolati da immigrati di tutte le razze e crogiolo di esperienze e di culture.
Avevo iniziato a scrivere quando ero a Parigi proprio un post sulla bellezza della società multietnica che mi passava davanti per le strade e sulla Metro, poi, però, ho pensato che questo libro ne era la sintesi perfetta e...vi ho risparmiati!
Buona lettura!
Con questo post partecipo anche al tè di Squitty dentro l'armadio
Wow, ottimo suggerimento! Messo in lista, grazie!
RispondiEliminaE grazie di aver partecipato al tè!
EliminaComplimenti per la splendida recensione.Il romanzo è bellissimo e nonostante il tempo continua a commuovere e divertire.Si,divertire perché un aspetto che mi permetto di di sottolineare e' proprio l'ironia che accompagna tutto il racconto,anche nei momenti tragici.Madame Rosa è un personaggio indimenticabile con le sue manie e le sue paure e la sua inesauribile generosità.Credo che sia un romanzo che vada riletto per poter gustare nuove emozioni e scoprire altre sfumature.Grande,grande Romain Gary!!!
RispondiEliminaIo non l'ho letto... non sapevo nemmeno che esistesse... ma mi hai incuriosita a dovere.
RispondiEliminala storia mi ha riportato alla memoria alcuni brani di Cittadina di Seconda classe, grazie per la segnalazione, lo cercherò su kindle.
RispondiEliminaBuona domenica
E' semplicemente meraviglioso. Ho adorato questo libro. Ne ho parlato anch'io qualche venerdì fa...http://officinadellefavole.blogspot.it/2014/08/la-vita-davanti-se-venerdi-del-libro.html
RispondiEliminaL'ho trovato splendido anche io. Ne parlai qui: http://nemoinslumberland.wordpress.com/2012/05/25/la-vita-davanti-a-se/
RispondiEliminaConcordiamo ancora una volta! Allora non ti conoscevo...ora vado a leggere la tua recensione.
Elimina@ Squitty: Fammi sapere cosa ne pensi
RispondiElimina@Solsido: Hai ragione, non ho evidenziato l'ironia delle considerazioni di Momo, ironia che, comunque, secondo me , da parte sua è assolutamente involontaria.Devo lasciarvi qualcosa da scoprire, no? Hai anche ragione sul fatto che è un libro da rileggere, per scoprire le tante perle nascoste nel testo
@ Stefania: Anche io l'ho scoperto ora, e per caso, grazie ad un'amica. Certi libri si conoscono esclusivamente tramite il tam tam dei lettori...anche a questo serve il Venerdì del Libro!
@ Monica: Non conosco il libro che tu citi. Me l'appunto, grazie!
@ Silvi: La tua segnalazione mi era sfuggita! Effettivamente è un libro meraviglioso, fra i più belli scoperti quest'anno che, pure, è stato per me ricco di libri "importanti". Quello che mi sorprende sempre è il fatto che opere "fondamentali" siano poco conosciute dal grande pubblico.
Quando lo leggerò, volentieri! La lista è lunghetta, ci vorrà un po'!
EliminaCiao, mi hai messo molta voglia di leggerlo da come ne parli. Lo metto nella lista dei desideri, grazie!
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