Di cose belle in spiaggia



Arrivano alle 8.30, l’ora dei neonati e di Dolcezze, Lui segaligno e abbronzatissimo, Lei un po’ curva, con una camicia bianca, il cappellino e gli occhiali da sole. Lui la sostiene con delicatezza perché è chiaro che lei non riescirebbe a camminare da sola. Lui pianta l’ombrellone, appoggia la  sedia e la borsa,  l’accompagna in acqua, poi le si mette davanti e le prende la mano. Lei appoggia il petto su una tavoletta salvagente e, completamente vestita, entra nel mare. Lui continua a sostenerla mentre lei batte debolmente i piedi. Lui la porta la largo, sempre guardandola, sempre tenendole le mani, e si lasciano insieme trasportare dalla corrente. Restano in acqua per almeno mezz’ora, poi Lui la riporta indietro. A questo punto Lei è stanca e Lui la trascina. Arrivano in spiaggia e Lui la prende per le braccia e la mette a sedere. Le toglie il cappellino, le mette sulle spalle un telo asciutto, la pettina, le offre la bottiglietta d’acqua e poi si siede sulla spiaggia accanto a lei. Aspetta che Lei si asciughi all’aria calda del mattino, poi prende la strada del ritorno. 


Dolcezze non li ha mai sentiti parlare, ma sa che non ne hanno bisogno. Sta ad origliare le parole non dette di questo amore e, anche in questo, fa il pieno di bellezza.

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