Dei libri dell'anno 88: La tigre di Noto




E' una storia di luce e di libri: luce che "come il dolore, è benevola solo con chi la attraversa, mentre rifiuta di stanare gli indecisi e i superbi" libri che si cercano, si leggono, si studiano, si seppelliscono e si seminano per leggerli di nuovo. Perché "tutto può essere letto. La natura. I gesti. I sorrisi. I silenzi".  

E' anche, però, la storia di una donna straordinaria, Marianna Ciccone, che, con la forza datale dai libri e dalla luce, sfugge alla vita già tracciata per lei e irrompe in un mondo maschile che, anche se non le darà mai ciò che le spetta, non potrà impedirle di realizzare il suo sogno.

Una storia nella Storia e neanche tanto convenzionale. Nata a Noto, in una famiglia benestante,  nel suo destino c'è solo il buon matrimonio. La madre non è molto affettuosa con lei e la vediamo sorridere solo dinanzi al prezioso corredo fatto ricamare dalle monache per la figlia. Sarà Rosa, la governante, a darle le coccole di cui ogni bimbo ha bisogno per crescere e Salvo, il fratellino, la dolcezza gratuita.

Marianna ha, però, ben altre ambizioni: lei ama la luce, la guarda attraverso quell'occhio  sbilenco con cui è nata. Vuole studiare e lo farà, anche se questo le comporterà una sorta di ostracismo da parte della famiglia. Non sarà la Grande Guerra a fermarla, anzi la condurrà alla Normale di Pisa, negli anni in cui i fisici discutono delle teorie di Einstein. Quella sarà la sua casa, dove accoglierà generazioni di studenti e studentesse  che individuerà "non dai cognomi, ma dai desideri". Nella sua quotidianità fatta di studio e scarpe vecchie si inserirà la Storia quando a Darmstadt scoprirà l'orrore che si prepara e contribuirà a bloccarlo. Qui per la prima volta scoprirà di essere anche una donna e non solo uno scienziato, qui capirà che "Il buco nero non è altro che l'assenza di Dio".  Durante i bombardamenti e l'occupazione nazista di Pisa sarà la Vestale che custodirà non solo l'università e i suoi strumenti, ma anche quei libri ebraici la cui razzia doveva contribuire a realizzare lo sterminio, perché "Per uccidere un popolo bisogna eliminare i suoi libri"

Il dono che riceverà in una notte di bombardamenti completerà la sua esistenza, ma lei sarà fondamentalmente un'insegnante ("Più praticavo l'insegnamento e più scoprivo che era una strada di progressiva rivelazione. Insegnare era come mettersi in ascolto insieme ad altri. Accompagnarli, sapendo di accompagnare anche sé stessi"), che ha capito e vissuto che il principio fondante della vita non è aggregare, ma non escludere.

Romanzo dalle molte sfaccettature, che spinge a molteplici riflessioni, con quella prosa elegante e ricercata che caratterizza l'autrice, che amo molto e di cui ho letto, credo, tutto.

Commenti

  1. Studiare alla Normale di Pisa è un privilegio per pochissimi...deve essere stata avvero brava. Un bel libro e una bella recensione...
    Grazie e buonanotte a te

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  2. Questo è un libro da leggere assolutamente, veramente interessante. Grazie per la bellissima recensione.

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