Della scuola ai tempi del coronavirus 5


Ieri, finalmente, dopo 110 giorni, siamo rientrati in classe aula (non c'è la classe, ma solo il 50 % dei ragazzi). C'era tutta l'emozione del primo giorno di scuola: dopo una notte insonne (no, non è esagerazione: per Dolcezze è sempre un momento emozionante) lei si è affrettata per raggiungere la scuola per scoprire lì che, rinco com'è ormai, non aveva fatto attenzione al cambio d'orario e le sue lezioni sarebbero cominciate solo alle 11. Ma intanto ha rivisto i suoi alunni mentre entravano, i primi 10 dell'elenco, molti maschi tanto cresciuti, perché in tre mesi e più i quindicenni crescono e cambiano. Quando, finalmente, è suonata la sua ora giusta, si è collegata con gli altri, un po' più tristi e mosci del solito ("Ma lei, prof, quando siamo in pausa video non è che continua a spiegare, vero?"). La connessione miracolosamente ha tenuto, la lezione è andata avanti serenamente con un ragazzo insofferente sulla sedia ("Prof, a casa avevo la poltrona e mi potevo stirare!), uno con lo sguardo perso nel vuoto ("Scusi, prof, è che sei ore di fila sono un po' pesanti!") e il ragazzo che da casa continuava ad alzare la mano  per rispondere alle domande.

Rivolta alla lavagna Dolcezze ha pensato che fosse tutto a posto, ma lo spettacolo dei ragazzi coperti dalla mascherina e "distanziati", le facce "mutate" sul tablet, le finestre spalancate nonostante la pioggia e il vento l'hanno brutalmente richiamata alla realtà: non siamo tornati a scuola veramente. Mezza classe va a scuola, i professori vanno a scuola, ma la scuola è un'altra cosa. 

"Prof, non sento quello che dicono i miei compagni: sento solo lei" "Prof, non vediamo bene la lavagna: con la luce si crea disturbo" "Prof, non può scrivere sul tablet e condivide?" "E noi che siamo qui, prof, come vediamo quello che scrive?"

E stiamo parlando di ragazzi studiosi, attenti, sempre presenti e collaborativi: meglio non pensare a cosa può succedere in classi meno disponibili. 

Dolcezze ha sempre detto di voler tornare a scuola: scherzando sosteneva che ci sarebbe andata anche a testa in giù e camminando sulle mani, ma non con la classe dimezzata e, di fatto, una dimezzata attività didattica. La stanchezza raddoppia (coinvolgere quelli dentro e quelli a casa insieme non è semplicissimo) e il sentire alcune esternazioni politiche (e gli applausi delle folle a riguardo) ha suscitato in Dolcezze un profondo disagio. Non è turbata dalla possibilità di prolungare l'anno scolastico (anche perché , con gli esami di stato, di fatto per lei la scuola non finisce mai prima di metà luglio), ma è amareggiata dal messaggio sottinteso: "Dal momento che non hai svolto tutte le lezioni per cui sei stata pagata, DEVI RECUPERARE, perché il tuo alunno non sia privato di quanto gli spetta". 

Chi parla e chi plaude ha idea del lavoro che è stato fatto silenziosamente da migliaia di docenti e di studenti? Ha idea di sabati e domeniche trascorsi a programmare, progettare, realizzare forme nuove e diverse di didattica? Conosce le telefonate notturne fra colleghi per stabilire griglie, attività comuni e risolvere problemi? Ecco, questo è ciò che amareggia di più Dolcezze: l'incomprensione e il non riconoscimento del lavoro svolto. E se non fosse che ama i suoi alunni e il suo lavoro, forse approfitterebbe dei suoi diritti e rimarrebbe a casa. 

E allora sì che ci sarebbe da recuperare.

Commenti

  1. Tutti i santi anni, Covid o non Covid, salta fuori l'idea di allungare l'anno scolastico - cosa impossibile per millemila motivi, prima di tutto quello climatico. E tutti gli anni sembra che, nel corso dell'anno scolastico, gli insegnanti si siano limitati a laccarsi le unghie. Certo che è irritante. Comunque l'idea di dover RECUPERARE quel che non hai fatto perché te lo impedivano sul momento non è sostenibile sul piano contrattuale, quindi il tutto lascerà il tempo che trova. Però sarebbe davvero bello sentire un po' di sciocchezze in meno.
    Solidarietà per la Didattica Mista, ne ho avuto un piccolissimo assaggio con una quarantena ed è molto malinconica.

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    1. Non solo malinconica, ma soprattutto molto pesante. Spiegare per ore con la mascherina non è facile per niente e le finestre aperte non aiutano. A parte il tempo perso a ripetere per quelli a casa quanto dicono i ragazzi a scuola. Su quanto sia insopportabile la supponenza di chi non sa niente di scuola e spara giudizi ...taccio

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  2. la questione delle classi divise a metà mi era sfuggita, sarà che la mia va al 50% su base scuola, per cui la classe va tutta intera essendo comunque garantite le distanze....
    io non sono insegnante ma posso dare la mia opinione da genitore. Se è sbagliata, cosa possibilissima, forse potremmo considerare che ci sia un problema di comunicazione?
    non ho mai pensato che l'allungamento dell'anno scolastico fosse perchè i prof non hanno svolto tutte le lezioni per cui son stati pagati, anzi, piuttosto perchè i ragazzi non hanno avuto modo di seguirle adeguatamente. (da noi noi, non tutte le materie sono state fatte "per intero" ad es per educazione civica in pagella tutta la classe aveva non classificabile perchè appunto la materia non è stata svolta per non penalizzarne altre, cosa che in un anno "normale" non sarebbe capitata) E in ogni caso ogni insegnante con cui parlo dice che le vacanze non iniziano certo con l'ultimo giorno di scuola a inizio giugno, per cui non ci sarebbero tagli di ferie, no?
    tuttavia sono sicura che non se ne farà niente, perchè l'indotto che c'è sotto la chiusura delle scuole dove lo vogliamo lasciare? (centri estivi, peraltro costosissimi, località turistiche che accolgono nonni+nipoti...) Come al solito si guarderà al portafogli prima che a tutto il resto, e spiace.
    Peraltro è vero che si parla da anni di allungare l'anno scolastico, e onestamente io sarei favorevole, magari inserendo dei periodi di riposo in altri mesi, come fanno nel resto d'Europa, o comunque rivedendo certi modi di utilizzare il tempo. Con le superiori è andata meglio, ma fino alle medie si perdeva tutto il mese di dicembre per preparare una assurda recita/festa di natale agnostica (si prega di notare la contraddizione in termini) e poi a gennaio 2/3 verifiche al giorno per avere i voti. Che senso ha? Certo un cambio dell'organizzazione del tempo scolastico implicherebbe degli adeguamenti anche nel mondo del lavoro, ma se non si comincia mai non si farà mai niente.
    Scusa se mi sono dilungata

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    1. Io ho premesso che non mi turba l’eventuale allungamento dell’anno scolastico, proprio perché noi insegnanti siamo già in servizio e quindi non cambia niente. Temo che non ci sia nessun problema di comunicazione: chi è fuori dalla scuola pensa che in dad non si faccia nulla e i prof ricevano il loro stipendio a casa comodamente spalmati sul divano a guardare la televisione . Invece la DAD ci ha impegnato tutti tantissimo e, soprattutto alla scuola superiore, non ha di molto variato lo svolgimento dei programmi. Ti dirò di più: le lezioni a distanza hanno bloccato tutte quelle attività “esterne” (e soprattutto l’orientamento )che falcidiavano i giorni di scuola e quindi si è lavorato di più

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    2. in verità io lo vedo che in DAD si lavora, e chi ha voglia di impegnarsi (parlo degli studenti) non ne risente più di tanto, anzi. Non metto in dubbio che per i prof sia più onerosa, se non altro per il fatto che dovranno ripensare in buona parte il loro modo di lavorare (mia figlia ad es ha una certa % di lezioni asincrone, che peraltro odia). Allungare a giugno forse permetterebbe di fare quelle attività che hai chiamato "esterne" e che comunque nell'economia dell'anno scolastico magari hanno una utilità anche non trascurabile
      diverso è il discorso di chi non ha voglia, perchè diciamocelo, e di certo lo saprai, la DAD per alcuni è uno studiare modi creativi di copiare, più che studiare le materie, ma questo forse è un problema con cui i professori del nuovo millennio devono già fare i conti in presenza...

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    3. Decisamente! Le tecniche di copiatura si sono moltiplicate e potenziate... ma anche noi prof siamo più bravi a sgamarle!

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  3. E' triste che non vi venga riconosciuto il lavoro svolto, ma non possiamo nemmeno fingere che questa didattica a distanza abbia funzionato davvero e che gli studenti abbiano appreso quello che avrebbero imparato durante le lezioni in frequenza. E non sto parlando dei più meritevoli che, grazie a Dio, se la sanno cavare in qualsiasi circostanza, ma degli studenti "normali".
    Vedo troppo lassismo intorno a me, lezioni a distanza che funzionano a giorni alterni (quando va bene). A che prezzo tutto ciò? Le nuove generazioni saranno ancora più ignoranti di quanto già non lo fossero con una scuola che lavorava al massimo delle sue potenzialità?

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    1. Ho già risposto parzialmente sopra: la DAD è stata molto complessa per la scuola dell’infanzia e la scuola elementare, che ha coinvolto necessariamente le famiglie, eppure le insegnanti si sono reinventate e hanno lavorato tantissimo .Ho visto attività particolari e interessantissime, che forse senza la DAD non sarebbero mai venute fuori. Per le medie e le superiori i progressi ci sono stati, eccome!

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  4. nella scuola superiore di mio figlio(fa prima) la preside sta facendo andare a scuola a giorni alterni 10 ragazzi e poi gli altri 5(da 21 iscritti sono rimasti in 15), la classe è grande e potrebbe far andare tutti! Ora si parla di far andare a scuola le prime e le seconde due volte a settimana e terze, quarte e quinte gli altri 3 giorni. Poi si cambia. Per prolungare la scuola, basterebbe togliere quei ridicoli 3 giorni di festa di carnevale e diminuire quelle di Pasqua. La scuola fino al 15 o 20 giugno si può fare, poi ci sono gli impegni con gli esami e per gli insegnanti non cambia molto, se non che avranno più lavoro sulle spalle.
    Bacioni e bentornata Prof.
    Barbara

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    1. Ogni scuola sta cercando di organizzarsi come meglio crede, ma finché tutto questo inferno non sarà finito non si potrà tornare alla normalità

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  5. Anche tu al secondo primo rientro. Che esperienza tragica metà in classe e metà a casa. Da me il 50% è stato interpretato diversamente: si alternano le classi delle diverse sezioni. 😷
    Quanto alle dichiarazioni di questi giorni penso che Murasaki abbia proprio ragione. Le solite dichiarazioni...che fanno imbufalire però.

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    1. Al solito, la normativa del 50% consentiva diversr interpretazioni. Ovviamente mandare le classi intere a giorni alterni è più comodo per tutti, ma il 50% garantisce un migliore distanziamento. In ogni caso un caos.

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  6. Che belli i tuoi studenti .anche io ne ho di meravigliosi. Con alcune classi è amore vero. Il tuo post è verissimo, dalla prima all'ultima parola. Condivido in pieno. Tutto.
    E questi..... che vengono così.... e sparlano di noi... non sanno che dal 4 marzo 2020 noi insegnanti stiamo lavorando a triplo!!!!! E che la scorsa primavera , mentre tutta Italia tranne Conte era sul divano a vedere le serie di Netflix , noi stavamo impazzendo x non abbandonare i nostri amati studenti....
    Baci. Virtuali. T . P. Da Bari

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    1. Chi vive la scuola sa come vanno le cose. Purtroppo il lavoro sommerso è invisibile ai più ed è facile parlare (e sparlare)

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