Del cibo ( e Di lessico famigliare 20)



"Chi manciasti?"
Non c'era telefonata fra la Nonna devota e i figli sparsi per il mondo che non comprendesse questa domanda. "Chi manciasti?", anche quando le interurbane costavano un botto e si era abituati a comunicare l'essenziale. Il Genitore si infastidiva: "Ma che vi* importa? Hanno mangiato sicuramente: perché perdere tempo in ciance?" Ma la Nonna persisteva. Anch'io, ragazzina, la canzonavo: "Ma certo che sei curiosa, Nonna!" Lei sorrideva, coi suoi denti di perla e non commentava. Solo una volta mi rispose: "Quando sarai grande capirai"
E ho cominciato a capire quando la Genitrice ha cominciato a fare la stessa cosa. Se è mattina, infatti,  la domanda è: "Che mangi?", se è pomeriggio: "Che hai mangiato?". E non è curiosità. 
Preparare il cibo è prendersi cura.  Nei programmi tv si vedono cuochi sorridenti e fantasiosi, ma la dura realtà quotidiana è un'altra: devi incastrare la cucina fra il lavoro e la spesa, fra i panni da stendere e i pavimenti da pulire . Sempre che tu non debba organizzare il servizio ristorante , visto che i tuoi commensali hanno gusti diversi. Eppure tu continui a farlo con amore, prendendoti cura. E quando la vita porta i tuoi figli lontano da te e non puoi più provvedere tu, chiedi, ti informi, consigli, ti confronti, perché anche quello è un modo per amare, perché, come diceva qualcuno, "il cuore è vicino allo stomaco".
E anche Dolcezze ha cominciato a farlo, quando i ragazzi sono fuori. Che siano le prime avvisaglie della vecchiaia?


*(sì, il Genitore dava il voi alla Suocera, come alla madre) 

Commenti

  1. Dev’essere un retaggio in parte di fame atavica, in parte del ricordo inconscio di come il cibo sia una necessità e insieme un piacere primordiale che ritorna quando nella memoria tutto il resto si indebolisce e scompare. Il seno gonfio di latte che sazia e ama ed è riamato.
    Io vedo la mia mamma affetta da demenza ma per fortuna ancora cosciente che dopo una vita passata a sanzionare qualsiasi piacere culinario si concentra sul cibo sempre più. Non ha problemi da quel lato e può farlo, ma oggi guai se non c’è la merenda e guai se un pranzo d’occasione non finisce con il dessert. Roba che prima si accendevano apposta le fiamme dell’inferno sotto la pentola delle reprimende. Quanto mi ha fatto patire da ragazzina e da bambina perché cercavo qualche golosità!

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    1. Sai che non avevo pensato a questa interpretazione? E comunque è vero che con l‘avanzare dell’età aumenta la golosità .

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  2. No. Nessuna vecchiaia.
    Quando vado a prendere mio figlio all'asilo "Che hai mangiato, amore?" è la prima domanda che gli faccio, perché devo capire se è a digiuno e se per cena devo preparargli qualcosa a cui non dice mai di no. 😉

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  3. Ora comincio a capire la deriva culinaria presa dalla chat dell'isola su uazzapp XD

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  4. La mia cara mamma non me lo chiedeva mai, né io a lei: nonostante mangiassimo con gran vigore e convinzione, di cibo si parlava solo in occasione di inviti, e la domanda "Cosa hai preparato? " non mancava mai, seguita da dettagliate risposte & consigli 😃

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