Di contraddizioni


Ricapitolando, a scuola:

si entra in istituto in orari differenziati e da passaggi diversi

si usa la mascherina se si è in movimento e non si usa se si è seduti

non ci si scambiano penne, fazzoletti, cibarie e bevande

ci si reca ai servizi massimo una volta al giorno

si fanno i doppi turni perché sia presente in istituto solo la metà degli allievi

non si usano le macchinette per il caffè e i distributori di bevande

è vietato l'accesso ai genitori

si accede alla segreteria uno alla volta e solo per appuntamento

i compiti degli alunni devono essere "isolati" (e quindi non corretti) per almeno 48 h

si mantiene un rigido distanziamento tra i banchi e la cattedra e i banchi tra loro, mantenendosi all'interno dei "confini" evidenziati da nastri attaccati sul pavimento

si esce scaglionati e seguendo percorsi differenziati

e poi, una volta fuori:

ci si assembra bellamente dinanzi all'istituto a fare due chiacchiere e a raccontarsi la giornata

si va insieme al bar a prendere la granita (del resto fa ancora caldo)

il pomeriggio si fanno attività sportive di gruppo (come è logico, senza distanziamento e senza mascherina)

la sera, se capita, ci si vede sotto i portici o in pizzeria.

Dolcezze non contesta assolutamente le rigide disposizioni sanitarie che il Ministero ha imposto, anzi. Dolcezze si chiede come queste disposizioni possano essere sufficienti a contrastare un virus subdolo e pericoloso se poi non si rispettano al di fuori della scuola ( e non solo da parte degli alunni).

E lei che ha detto ai suoi alunni il primo giorno di scuola che ci si deve comportare come la falange oplitica, gli uni dediti a proteggere gli altri perché tutti, e soprattutto i più deboli, non corrano rischi, si sente come Leonida alle Termopili, chiamato a difendere l'indifendibile.  

E spera di non fare la sua stessa fine, perché di epigrammi celebrativi o, più modernamente, di applausi dai balconi, onestamente non sa che farsene. 


Commenti

  1. Ben detto, Dolcezze, il distanziamento e le regole vanno seguite a scuola, a casa, per strada, al bar, nei negozi... ovunque e sempre, altrimenti è tutto vano.
    sinforosa

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  2. Sono mesi che lo dico ossessivamente. A cosa serviranno le regole rigidamente applicate a scuola se poi, una volta fuori, gli alunni non prendono le benché minime precauzioni per evitare i contagi?
    Per tutta l'estate ragazzi e ragazze si sono dati alla movida, hanno viaggiato e si sono divertiti infischiandosene di portare poi il virus a casa, infettando genitori e nonni. Figuriamoci quanto gliene importerà di proteggere i propri insegnanti, per la stragrande maggioranza piuttosto avanti con gli anni. Credo proprio che sarà un anno scolastico difficile, molto difficile.

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  3. bellissimo il nuovo look del blog. Per quanto riguarda il resto...confido nel vaccino ;)

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  4. Personalmente sono molto confusa sulle scelte prese, sul casino che si fa attorno a queste scelte, se poi, come giustamente dici tu, una volta fuori dall'istituto ognuno fa come vuole. Non so, speriamo bene...
    (bello il nuovo vestito del blog 😊)

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    1. Wow! Detto da te lo prendo come complimento! Per il resto, la confusione regna sovrana

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  5. Funziona nello stesso modo per librerie e biblioteche, se ci fai caso: nelle prime, metti la mascherina e fai praticamente quel che vuoi, nelle seconde entri previa prenotazione, vestito di sacco e col cilicio di crine, ti purificano il libro per dieci giorni - e va pur detto che i ragazzi che si assembrano oggi sono gli stessi che si assembravano due o tre settimane fa.
    Come andrà a finire non ho idea, ma i dati di oggi non mi piacciono per niente, oh no tessoro...

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  6. Io sono confusa. Confusa confusissima. Non so più che pensare. E intanto abbiamo già due classi in quarantena :((

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