Di bilanci da DaD



Ormai ci siamo: la scuola praticamente è finita e possiamo tirare le somme di quest'anno decisamente anomalo. La scuola è stata la prima attività chiusa per il coronavirus e, sicuramente, sarà l'ultima a riaprire, con conseguenze certamente pesanti. 
Andando al mio "particulare", fatto salvo che la Didattica in presenza E' INSOSTITUIBILE, la DaD è andata abbastanza bene. Quest'anno sono stata fortunata ad avere classi di studenti abbastanza diligenti e motivati, che si sono sottoposti a tutte le novità con buona lena. Certo è che se la ministra non avesse comunicato già ad aprile ad alunni e famiglie che sarebbero stati tutti promossi, avremmo potuto ottenere  molto di più. Per assurdo, la scuola avrebbe  tenuto meglio se dal Miur non si fossero fatti sentire per niente (ma questo ve lo spiega molto meglio Murasaki)
Non voglio, però, parlare delle follie ministeriali e delle mirabili giravolte sugli esami di maturità e di terza media (il Cucciolo deve farli, e siamo tutti pazzi), ma di quello che la DaD è stata veramente: l'unica forma di normalità, l'unico supporto di socialità, terapia psicologica individuale e di gruppo, che ha portato i bravi a rimanere bravi e i meno bravi a rendersi più visibili. 
Ma soprattutto di supporto psicologico si è trattato. Abbiamo studiato, sì, ma ci siamo confrontati sulla quotidianità, sulle paure, sui bisogni nascosti. E' stato un lavorio che ha lasciato me stremata, ma pure arricchita da storie che, nella didattica ordinaria, non avrei conosciuto mai. Nell'ultima consegna, una lettera in cui fare un bilancio dell'anno scolastico e della propria "maturazione", mi sono commossa leggendo testimonianze "a cuore aperto" sulle difficoltà quotidiane, ma anche sulle esperienze positive di questi strani mesi, prima fra tutte, incredibile dictu, l'avere fatto gruppo, essere diventati classe. E poi la sconfitta della timidezza("Sa, prof, essere a casa mi ha aiutato ad aprirmi. Quando ero in classe mi vergognavo a parlare, adesso non più"), la necessità della condivisione, le videochat serali, a cui partecipa pure il Timido, quello che in classe si spalmava all'ultimo banco e nella ricreazione rimaneva seduto lì, senza muoversi.
Lo ricorderemo quest'anno per gli occhi, le gambe e la schiera rovinati da ore ininterrotte di computer, per la stanchezza a fine giornata, per la mancanza delle chiacchiere coi colleghi e del caffè di mezza mattina, per i messaggi a tutte le ore e le richieste più improbabili via WA. 
Lo ricorderemo per la riorganizzazione delle nostre vite, per l'incredibile capacità di adattamento che tutti abbiamo vissuto, per la mancanza di quel contatto fisico che abbiamo sempre dato per scontato. 
Quest'anno si chiuderà senza gavettoni, ma non senza saluti. La Terza, non in orario oggi, mi ha mandato un messaggio: "Ci vediamo una mezz'oretta, prof, così ci auguriamo buone vacanze?" E la prima: "Prof, ma lo sa che ci mancheranno le videochiamate (ma quelle delle 8 no!) .
Quest'anno scolastico si conclude (e dobbiamo ancora fare i conti con lo scrutinio online!) e certamente siamo tutti diversi da come eravamo a settembre; si conclude con la speranza di ripartire in autunno ritornando alla normalità, di cui abbiamo tutti un gran bisogno, si conclude nella consapevolezza che si sarebbe potuto fare di più, ma che anche si è fatto abbastanza perché, connessioni ballerine a parte, gli insegnanti si sono messi in gioco e hanno dato il massimo, con tutti i loro limiti. 
E il Presidente, che ha nominato Cavaliere al merito un professore che ha continuato a fare lezione dal suo letto d'ospedale, ha onorato in lui tutta la categoria. 

Commenti

  1. Anche io mi sono chiesta che motivo ha avuto il MIUR per dire che nessuno sarebbe stato bocciato, dato che pure in classe della BambinaGrande (3 media) c'è stata una buona metà che ha smesso di fare anche il poco che faceva prima, e alcuni non si sono nemmeno mai collegati alle lezioni. La prof di Matematica (e qui mi piange il cuore, non puoi capire quanto, che la matematica è la mia materia preferita) ha dichiarato che l'hanno seguita in 5. 5 su 21.
    che tristezza, che occasione clamorosamente persa

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    1. E' la domanda che mi sono posta anch'io: non ce n'era motivo. La certezza della promozione ha totalmente disconnesso (in senso proprio e figurato) i meno volenterosi, con ovvie conseguenze.

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  2. Ciao carissima! Ora vi aspettano gli scrutini, e vi auguro che presto possiate scoprire qual'è la minestra da settembre in poi... in bocca al lupo!

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    1. Ti prego! sono giorni che combattiamo con griglie Dip e Dad, con computer e piattaforme: siamo stremati! E speriamo che la connessione, al momento giusto, non ci abbandoni...

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  3. La verità è che la didattica a distanza l'hanno seguita soprattutto le madri, e spero che farete una valutazione anche per loro.
    Non è tutto oro quello che luccica, e molti ragazzi sono diventati svogliatissimi a casa, e come biasimarli?
    Con i bambini è stato persino più complesso, poiché per loro si studia a scuola, mentre a casa ci si rilassa.
    Non parliamo, infine, di tutti quelli che in casa non hanno nemmeno un PC e sono stati dimenticati dal mondo.
    Insomma, per me la didattica a distanza è stata un vero disastro e l'ho vissuta da madre e da amica di docenti.
    Certo, non metto in discussione il vostro impegno, ma ho visto assegnare troppi compiti, sulle spalle di tanti genitori esauriti.
    Spero che a settembre si torni alla normalità. Senza pannelli in plexiglass tra i banchi, però... 😔

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    1. Certamente io ho vissuto una condizione privilegiata con i miei alunni e mio figlio, in terza media, era sufficientemente grande da lavorare in autonomia. Certo, per i piccoli è stato veramente un problema.

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  4. Una piccola riflessione sul carico di lavoro che ha comportato la DAD per ragazzi e genitori. Non penso che siano aumentati i compiti, penso invece che i ragazzi hanno dovuto fare a casa anche quello che normalmente fanno a scuola, seguiti dagli insegnanti...e gli insegnanti ne hanno una trentina per classe da seguire. Forse, ma forse, potrebbe essere l'occasione per i genitori (non tutti ovviamente, sono consapevole che molti lo sanno già) di realizzare che gli insegnanti non sono tutti dei fannulloni, e che i ragazzi a scuola fanno delle cose, e ne fanno tante. Anche quando arrivano a casa e alla domanda "cos'hai fatto oggi a scuola?", la risposta è quasi sempre "niente"

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    1. Esattamente. Forse si è capito (e lo hanno capito meglio i genitori dei bambini delle elementari)che il lavoro degli insegnanti a scuola è complesso e impegnativo. Che se ne ricordino ogni volta che si parla male della scuola e degli insegnanti.

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  5. Tempo di bilanci... ma io ancora di bilanci non riesco a farne. Di sicuro siamo tutti molto stanchi, e di sicuro l'Esame incombe come un macigno, anche se è un esame che non è un esame pur essendo un esame...

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    1. Io quest'anno sono stata fortunata a non avere esami e ad avere buone classi, ma RIVOGLIO LA SCUOLA VERA!

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  6. Non sapevo nulla del prof cavaliere! Almeno questa è una buona notizia nella tempesta daddica. 😂

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