Dei libri dell'anno 72: I Beati Paoli (e Di lessico famigliare 18)


Ci sono libri che conosci pur non avendoli mai letti, perché parte di una tradizione familiare, oggetto di racconti o, addirittura, di modi di dire.

Nella mia famiglia, quando si preparava un pranzo o una cena era “per te e per tutti i Beati Paoli", per indicare che le quantità avrebbero consentito di mangiare a tutti, anche giunti all’improvviso, anche se tanti come i Beati Paoli, appunto.  Eppure il libro di Natoli non l’avevo mai avuto in mano, anche se, sicuramente,  si trova da qualche parte nella soffitta della Grande Casa.

Quando ero bambina, non era lettura adatta a me, cresciuta, lo avevo totalmente dimenticato. Quando però, per caso, l’ho trovato in offerta sul kindle, ho capito che era arrivato il momento giusto.

È stato ritrovare un amico perso di vista da tanto, è stato un risentire la Nonna o il Genitore, è stato un perdersi per le strade di Palermo o di Messina, riscoprire parole d'ordine e leggere storie d'amore che nascono da sguardi casuali e che si sviluppano nelle forme della tragedia.

La storia penso sia nota a tutti: le vicende del protagonista, Blanco di Castiglione, si intrecciano con quelle degli altri personaggi e si inseriscono all’interno  della grande storia della Sicilia del Settecento, pedina nelle mani dei grandi sovrani italiani ed europei, impossibilitata a scegliere il proprio signore e comunque indolente e disponibile ad accettare qualsiasi dominio.

Nelle mani di una nobiltà capricciosa e corrotta, il debole e il povero non ha possibilità di essere ascoltato o difeso dalla Legge: a questo pongono rimedio i Beati Paoli, difensori dei miseri e garanti della giustizia che esercitano in maniera inflessibile, con processi che vengono celebrati nelle catacombe, in sale ricavate nella roccia, a cui si accede e da cui si fugge attraverso passaggi segreti.

Il romanzo è tutto un fiorire di parole d’ordine,  di schioppettate nella notte, di duelli più o meno regolamentari, di rapimenti di fanciulle , di torture e di forche…, tutti gli ingredienti, insomma, del più tipico romanzo d'appendice. Eppure il lettore moderno, anche se smaliziato, rimane comunque attaccato alla pagina, perché, anche se è evidente dall’inizio come andrà a finire, è “costretto" a leggere le 1255 pagine in fretta, per capire come si arriverà all’inevitabile conclusione. 

I personaggi sono statici: tutti o troppo buoni o troppo cattivi, ma su tutti domina l’idea di una Giustizia superiore sia a quella incarnata dai Beati Paoli che a quella, fittizia, della legge. Perché anche la giustizia più giusta, priva della pietà e dell’umanità,  risulta ingiusta.  

E in questo il personaggio di Blanco, certamente troppo buono, troppo umile, troppo generoso, troppo valoroso, troppo tutto insomma, è però l’emblema dell’uomo che serve la Verità. Per questo soffriamo con lui le sue pene e godiamo dei suoi successi, perché è bello credere che anche nella realtà,  e non solo nei libri, tutto andrà bene.

Commenti

  1. Avrà il mio scalpo. Quando non lo so, ma ho già visto in che biblioteca procurarmelo. Già Agosto potrebbe essere il suo momento.

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    1. Lo consiglio assolutamente. La descrizione storica è bellissima, lo sviluppo intrigante, la scrittura classica eppure moderna. Come mi ha detto la mia amica "mi ha stregato". Sto cercando il seguito.

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  2. Mia suocera dice sempre:"Ho cucinato per i Beati PADRI", intendendo che ha fatto una montagna di roba.
    L'espressione mi è piaciuta talmente che ora la uso anche io, anche la versione Beati Paoli è evocativa di montagne di cibo che potrebbero sfamare tuitti i Santi e i Beati...
    Betty

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  3. grazie di averne parlato, ora so da dove viene il detto!

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  4. Ecco, io non l’avevo mai sentito nominare. Mai dare nulla per scontato. Da leggere!!!

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    1. È un feuilleton ( senza dispregiativo) che ti avvince. Lo consiglio assolutamente

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