Delle follie della quarantena 4 (e Delle cronache di Villa Arzilla 53)
Prima messa dopo la quarantena.
Dolcezze si sottopone a tutta la trafila obbligatoria: mascherina, guanti, amuchina, distanziamento e posti a sedere definiti: un po' antipatico ma dovuto e quindi accettato benevolmente.
Comincia la celebrazione: tutto regolare finché la lettrice (un'arzilla ottuagenaria ex insegnante) va all'ambone per proclamare il salmo responsoriale. Alla fine di ogni strofa lancia sguardi accesi verso un lato dell'assemblea e fa cenni con le mani: tutti noi pensiamo che sia per invitare a rispondere con il ritornello e quindi non ce ne curiamo. Ad un certo punto fa proprio segno di alzarsi e quindi tutti accenniamo a sollevarci, ma lei continua a leggere e quindi ci risediamo, un po' perplessi.
Scesa dall'ambone, l'arzilla lettrice non torna a posto, ma si dirige decisa verso una signora: "E' mezz'ora che le faccio segni: si sposti da qua e si metta là: non vede che ci sono le indicazioni nei banchi su dove sedersi"?
Ne vedremo delle belle.
Mettetela come volontaria al servizio d'ordine. Non ne scapperà nessuno
RispondiElimina😂😂😂
L'amore verso il prossimo! Ah, ah, ah.
RispondiEliminasinforosa
Vuol dire che non era interessata a ciò che stava leggendo, proclamando la Parola di Dio. Da noi meno male i guanti non sono obbligatori in chiesa. Appena dentro c'è il gel, e chi li ha, alla Comunione deve anche abbassarli per poterla ricevere.
RispondiEliminaMala (nel senso di "ammalati") tempora parant. Speriamo che la guarigione arrivi presto! 🙏😷🤧
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