Della scuola ai tempi del coronavirus

Nella chat dei docenti: "Ma come attiviamo le class room?" "Quale piattaforma conviene?" "Che aveva detto il formatore al corso l'anno scorso?" "Non riesco ad accedere..." "Non riconosce la password!"  "Ma cosa devono inserire i ragazzi da Argo?" "E cosa dobbiamo inserire noi su Argo?" "Ma quali sono le disposizioni?" "Dobbiamo mettere le assenze?" "E come dobbiamo fare le verifiche?"
E così ogni giorno, tutti i giorni da giovedì scorso.  Con la SantaCollega in servizio permanente effettivo h24 per risolvere i problemi di ognuno. Perché, sì, corsi di aggiornamento o no, non eravamo pronti a lavorare esclusivamente a distanza: la class room è tanto carina e condividere materiali è cosa buona e giusta, ma nessuno era veramente preparato. 

Nella chat di classe: "Ragazzi,  alle 9.30 tutti puntuali al computer con i libri, che cominciamo con le videoconferenze. La piattaforma che ho scelto ci consente di vederci e di interagire,  quindi ci proviamo" 
Ed eccoli qui, tutti e 20, pronti a questa nuova esperienza. È il primo giorno: tutti ordinati, pettinati, compostamente seduti alla scrivania, 
son pronti alla morte, Dolcezze chiamò. 
Peccato che, non appena vedono Dolcezze e lei vede loro, cominciano a ridere, perché l'esperienza è nuova per tutti e pure la prof è un po' imbranata.  Eppure dopo un po' tutti si calmano, cominciano a prendere appunti, intervengono opportunamente e, allo scadere del tempo, sono tutti un po' delusi. 
"Prof, ma abbiamo finito? E ora che facciamo? " "
Avete tanto da fare!" 
"Sì, ma non è lo stesso...la scuola è meglio..." 
Nei giorni successivi sono tutti un po' più  sfatti. C'è chi si presenta in pigiama tuta, chi sbadiglia senza pudore, chi arriva in vestaglia. 
Oggi Piccolo ė sdraiato sulla scrivania, il Bello parla, ma non si vede:
"Bello, dove sei?" 
" Qui, qui...mi sto vestendo,  prof, ero in pigiama". 
E Dolcezze, mentre spiega, mentre dà uno sguardo alle venti facce, trova chi fa colazione, chi riceve fette biscottate, chi pilucca uva passa da un maritozzo. Il Puffo è spettinato e con gli occhi pesti. 
"Ma insomma...si può sapere cosa c'è stamattina?" 
"Prof...è presto! Non è che domani possiamo incontrarci alle 11?"
"No, ci vediamo al solito orario"
"Ehm, non possiamo fare un'eccezione? " 
"Ma perché? Cosa cambia?"
"Cambia, cambia...dormiamo di più "
"Pigroni!"
"No, non è questo"
Interviene  Wiki: "Prof, se dormiamo di più la mattina passa prima. Ci manca la scuola".
E altre 19 teste annuiscono. 
"Prof, meno male che la vediamo. Ci sentiamo soli. Almeno con lei che ci parla al solito ci sembra che tutto sia normale e che tutto andrà  bene. Ė vero che andrà  bene, vero?"

Dolcezze avrebbe voluto fare un post divertente su questo tempo difficile, raccontando della Genitrice che i primi giorni disquisiva della "giovinezza" delle vittime, della nuova organizzazione degli spazi di casa, del fatto che dopo la quarantena avremo una quarantina di chili in più, visto quanto si cucina e si mangia...ma non c'è riuscita: troppa paura, troppa inquietudine  e tanto rispetto per i tanti, troppi morti. 
Aspettiamo e preghiamo. L'albero di Pasqua che si arricchisce ogni giorno di una nuova decorazione e i fiori che sbocciano  nei vasi lasciano sperare che tutto questo finirà.  Andrà tutto bene. 




Commenti

  1. È un momento davvero straordinario, quando mai avremmo pensato di vivere questa realtà? Facciamoci forza e impariamo da questo momento di sofferenza dilatata.
    sinforosa

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    1. Mai, nemmeno nei nostri incubi. Effettivamente stiamo imparando tante cose, soprattutto a quanto bella è la nostra faticosa quotidianità.

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  2. ....come sempre riesci a cogliere e descrivere l'attimo in maniera unica! I prof, dovrebbero tutti esser così! Forza e coraggio! Tutto andrà bene! ;)
    ps: mi hai fatto commuovere ...si, bisogna avere rispetto di chi ha perso la vita, ma infondere positività è cosa buona e giusta!

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  3. No...la domanda : "Dobbiamo mettere le assenze?"...ma qualcuno l'ha fatta davvero????? Non ci posso credere.
    Nella realtà socio-economica in cui opera la mia scuola, la percentuale di alunni che possiede il pc e può disporre di una connessione Internet (anche sullo smartphone) è così bassa che figurati se possiamo considerare le videolezioni a distanza alla stregua delle lezioni tradizionali. Sono da considerarsi assolutamente facoltative e comunque, tutto le lezioni che svolgiamo in videoconferenza saranno da ripetere non appena si rientra a scuola.
    Capisco benissimo i tuoi allievi invece. Perché sta succedendo anche a me. I primi giorni di sospensione delle attività didattiche confesso di averli accolti bene. Ero così stanca...Ma adesso sono preoccupata per il prosieguo dell'anno scolastico, mi manca la routine, mi mancano i ragazzi, non so come potremo preparare i ragazzi di terza per gli esami finali e via discorrendo.
    A parte il fatto che avere una figlia che sta per andare a partorire in queste circostanze mi mette un'ansia che non ti dico.
    Speriamo davvero che i casi positivi diminuiscano, che i morti diminuiscano, che tutti ci rendiamo conto che bisogna essere più che prudenti per bloccare i contagi e che tutto rientri presto nella normalità.
    Possiamo pregare e sperare.Questo sia la nostra forza.
    Un abbraccio virtuale. Almeno questo possiamo continuare a scambiarcelo.
    Rosa

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    1. Speriamolo sì. Non so fino a che punto potremo resistere prima di crollare del tutto. Abbiamo bisogno di normalità.

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  4. Io sono la Santa Collega. Oggi, sull'email istituzionale, ho ricevuto 547 messaggi. Poi ci sono quelli delle altre due mie mail, i messaggi wa e le telefonate, e i messaggi della mail list di supporto. Vado serenamente oltre i 1500 al giorno da giovedì scorso, dalle 7.30 circa fino a ora. A ora. E non parlatemi di comunità educante e solidale. Siamo mediamente un branco di egocentrici che, con la scusa della difficoltà, non esitiamo ad attaccarci al primo supporto, che in quel caso sappiamo usare benissimo, non appena per capire qualcosa abbiamo bisogno di leggere più di tre parole. E questo è.

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    1. Non è solo questo. Io penso che ci sia molta paura di sbagliare, aggiunta alla difficoltà emotiva e professionale del momento. Fatto salvo questo, siamo tutti molto provati. Decisamente. Se persino il Cucciolo vuole tornare a a scuola...

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    2. Non è solo questo, e di certo possiamo essere provati. Ma io ti sto parlando di 1500 messaggi da parte di colleghi adulti al giorno, ieri per la prima volta limitati a 800 dopo una richiesta ennesima di netiquette minima e rispetto mandata dal preside.
      MILLECINQUECENTO. Se degli adulti educatori gestiscono così lo sconforto, l'ansia e l'essere provati, perdonami, ma è meglio che cambino mestiere.
      MILLECINQUECENTO. AL GIORNO. DA GIOVEDI' 5 A GIOVEDI' 12. Ieri l'ultima telefonata alle 22.45 da parte di una persona alla quale alle 21 avevo detto non già che provavo a cenare, non già che provavo a dormire, ma che provavo a preparare qualcosa per le mie classi.
      MILLECINQUECENTO. AL GIORNO. PER UNA SETTIMANA. E magari le telefonate e/o i messaggi si chiudono dicendo "vado a cucinare la pasta in casa ai funghi con il ragù". Io in questi sette giorni non ho pranzato, altro che cucinare.

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    3. Sic stantibus rebus hai più che ragione. Nella mia scuola, in verità, si è creato una sorta di equipe tra coordinatori di dipartimento e quindi il lavoro è stato suddiviso. Nella tua situazione il problema non è tanto il coronavirus quanto la maleducazione:io prima di chiamare la collega-amica le mando un SMS per sapere se può ascoltare, altrimenti aspetto. Che diamine! Ognuno ha diritto a un po' di pace, anche e soprattutto il docente esperto. Un bel "scusami, ma sono impegnata" di tanto in tanto non fa male

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  5. Per me è ancora più problematico perché la lezione di pianoforte è inammissibile online. Però, per non lasciare allo sbando i ragazzi, ci stiamo attrezzando, giusto per correggere note sbagliate, suggerire velocità e qualche indicazione agogica. Detto questo, è un incubo. I miei figli lontani, non poter uscire di casa, non poter vedere mia madre che è in una casa di riposo, non poter andare a messa,e anche i miei ragazzi mi mancano. Gliel'ho pure detto e i dialoghi su wattsapp sono un momento di svago in queste giornate buie. Fortuna che c'è la musica a riempirmi il cuore. Per i libri non ho la testa, fatico tanto.

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  6. Cerchiamo di vivere giorno per giorno cara Dolcezze continuando a pregare e senza perdere la Speranza, grati che ci siano persone eroiche come medici ed infermieri e sperando che tutto questo finisca presto e senza fare troppe vittime.
    Sembra tutto surreale.
    Un abbraccio
    Maria

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