Della scuola ai tempi del coronavirus 2

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Grandi discussioni via WA, via Weschool, via Skype coi singoli consigli di classe. Priorità assoluta rimodulare la programmazione, trovare il modo di coinvolgere gli alunni, definire forme e tempi di valutazione (?), documenti di singoli che comunicano metodologie didattiche, scambio di materiali,  condivisione link...la scuola è in fermento e, modestia a parte, credo stia reagendo benissimo alla situazione di crisi. 
Andando al particulare, Dolcezze sta lavorando con una certa costanza con tutte le classi, ma con la Prima in particolare. Ogni giorno, tutti i giorni (fine settimana escluso) li intrattiene per un paio d'ore con videolezioni...E FA SCUOLA,  ma scuola sul serio, perché, nonostante le limitazioni,  c'è un bel confronto su tutto e si sta riuscendo ad andare avanti, lentamente,  ma con continuità. Si stanno potenziando forme di didattica alternative, lavori di gruppo, progetti dinamici che mirano non solo all'acquisizione di conoscenze ma anche a mantenere viva le coesione del gruppo classe che (Dolcezze l'ha saputo da  una mamma) ogni sera si riunisce per fare due chiacchiere e confrontarsi sulla giornata,  di studio e no. 
In tutto ciò, logica e disposizioni superiori invitano a non sovraccaricare i ragazzi,  già sufficientemente prostrati, con un eccesso di videolezioni, videoconferenze e compiti e quindi anche Dolcezze ha pensato di ridurre la sua ingombrante presenza:
"Come procede? Preferite rallentare con le videolezioni? Se volete ci vediamo un giorno sì e uno no, così avete più tempo per approfondire. "
Silenzio di tomba in una chat in genere piuttosto ciarliera...
"Allora? Nessuna risposta? "
Interviene Wiki, che neanche il Coronavirus riesce a zittire: "Noi preferiremmo di no, prof"
"Cioè,  fatemi capire...Volete continuare a vedermi tutti i giorni? "
"Sì, prof. Così abbiamo lo stimolo per continuare a studiare, altrimenti rimandiamo e poi rimaniamo indietro. "

Con ragazzi così non pensate che #celafaremo veramente?

Commenti

  1. Non mi meraviglia, sai? I miei alunni di terza media mi hanno chiesto di fare due videolezioni settimanali e non una, come faccio con le prime e le seconde. I ragazzi non vogliono perdere quel senso di "normalità" che le lezioni online e il contatto con gli insegnanti assicura loro. Sai cosa succede ogni tanto? Che qualche ragazzo o ragazza, mentre io faccio lezione, mi mandi un messaggio in chat per chiedermi qualche informazione sull'epidemia. Fra una regola e l'altra di grammatica inglese mi trovo a rispondere a domande come questa: "Professoressa, ha sentito? C'è un altro caso di contagio nel nostro paese". E se leggiamo un dialogo o un brano in cui si parla di ragazzi che s'incontrano o viaggiano, qualcuno mi chiede: "Prof, ma il libro è stato scritto prima del coronavirus, vero?" Sono evidente segni di paura, di angoscia che i ragazzini stanno vivendo. E poter avere una persona adulta di riferimento alla quale fare riferimento è importantissimo per loro.
    Andiamo avanti, cara Dolcezze. Stiamo facendo la nostra parte.
    Un bacione e buona domenica,
    Rosa

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    1. I ragazzi stanno soffrendo molto. Io sto facendo scrivere un diario quotidiano, personale ovviamente, che li aiuti a mettere ordine nei loro pensieri. Poi scrivono anche a me... E lì il diluvio...

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  2. Scusa gli errori cara. E' tardi e il sonno fa brutti scherzi.

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  3. Ce la faremo a prescindere. Però non capisco perché nella mia scuola abbiano contingentato tanto i tempi. Io vedo le mie classi a dosi omeopatiche, mentre solo la mancanza di What's Uo mi salva dall'annegare ogni giorno in una serie di questioni che financo un teologo bizantino avrebbe trovare troppo raffinate.
    Complimenti a te e ai ragazzi, comunque 😃

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    1. Pure da mio figlio ogni insegnante ha una videolezione a settimana. Penso sia per non sovraccaricare i ragazzi. I grandi lo pretendono, invece

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    2. Perché da noi l'USR (per la verità io sapevo in tutta Italia, comunque da noi lo hanno ripetuto alla nausea proprio per evitare che non si facesse) che il rapporto lezioni simultanee : lezioni in aula deve essere massimo di 1:2. Anche per la questione dell'uso dello schermo e per non prevaricare sul resto della vita. E, di norma, le scuole della nostra regione (con l'eccezione di quelle poche eccezioni un po' posh, tipo il SecondoLiceod'Italia nella Piccola Città), essendo indicazione di enorme buone senso, si sono adeguate.

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    3. Lo so bene. Ma loro ci tengono. È il loro contatto con la vita normale (e del resto sono l'unica insegnante della classe che fa la lezione "in diretta".)

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  4. Che brava prof allora, sai coinvolgere bene i tuoi alunni se vogliono vederti tutti i giorni, o come dicono loro per non rimanere indietro.

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    1. Più che brava io fragili loro, che vogliono certezze in questo momento di incertezza, credo

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