Dei libri dell'anno 70: Il malinteso



Denise e Yves sono due giovani che si incontrano in vacanza, lei giovane sposa, di buona famiglia, viziata e abituata al lusso e lui, reduce della Grande Guerra che, cresciuto nella ricchezza (suo padre si era potuto permettere di vivere senza lavorare), vive il dramma del tracollo economico familiare che lo costringe ad un insoddisfacente routine d'ufficio. 
Yves è un sopravvissuto a quello che ha visto in guerra e continua "a vivere come Lazzaro risuscitato, camminando tra i viventi a braccia tese, il passo intralciato dal sudario e le pupille dilatate da un'oscura paura." I due si innamorano, ma vivono in maniera diversa la loro relazione, forse perché entrambi lo vivono in maniera egoistica: Denise dichiara subito il suo amore, ma forse cerca solo un momento di distrazione da una vita troppo perfetta, ordinata e ripetitiva, Yves si mantiene distaccato: per amare non si devono avere preoccupazioni e pensieri, non bisogna essere afflitti dalle mille noie quotidiane che abbrutiscono, come ricorda a Denise. Parlando della vita di prima della guerra e di come amavano gli uomini di quel tempo, ricorda, infatti, che "la loro vita era tranquilla,  sicura,  comoda, gioiosa...loro avevano bisogno di emozioni,  mentre noi abbiamo bisogno di  riposo". Questa è  proprio la diversità dei due amanti di fronte alla loro passione: lei sta per ore ad aspettare una telefonata ed è sempre pronta per lui ("in quel momento della sua vita, l'attesa era l'elemento centrale"), Yves invece la tiene lontana, la fa attendere per ore, non per cattiveria,  ma perché ha altre preoccupazioni,  anche perché "preferiva sacrificare il necessario per potersi  permettere il superfluo" ed era sempre sommerso dai debiti. I gioiosi momenti iniziali si trasformano in una difficile quotidianità,  in cui Denise non si ritrova più,  anche se non può neanche pensare ad chiudere la storia, visto che "l'amore che nasce dalla paura della solitudine ė triste e forte come la morte". Una soluzione gliela fornisce la madre, personaggio quanto meno equivoco, che le consiglia di cercare un "amico" che riempia il vuoto lasciato dal marito e dall'amante, perché non bisogna amare troppo un uomo, ma per essere felici bisogna "dare poco ed esigere ancor meno".
E intanto, mentre lei adotta questa nuova tattica, lui comincia a desiderare la quotidianità dell'amore, la compagnia nelle piccole cose della vita. La relazione con Denise gli sembra pesante, perché lo costringe ad "avere sempre il morale in smoking", ma , poco a poco, capisce che lei ė veramente importante per lui e rimane sconvolto quando comprende che la donna non è  più totalmente a sua disposizione.
L'uno e l'altra si rendono conto dell'importanza del loro amore solo quando lo perdono e la drammatica sintesi di tutta la storia ce la offre Denise, a conclusione del romanzo :"Ecco, ecco qui, ė finita...ed io non mi ero neanche accorta che quella era la felicità...e adesso, è finita".

Monito per tutti noi a vivere il presente e a non dare tutto per scontato,  ma a stare attenti alle piccole e grandi felicità di ogni giorno.

Commenti

  1. Una storia d'amore decisamente triste, pare!

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  2. Da leggere sicuramente, grazie per la tua recensione!
    Buona serata e buon w.end

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  3. Anch'io ho letto questo breve romanzo della Nemirovsky. Concordo in pieno con la tua analisi. Lei è una donna annoiata, lui un depresso incapace di reagire. Quello che mi ha disturbato, in questo racconto, oltre alla figura spregevole della madre, è la mancanza di attenzioni che questa giovane donna riserva alla figlioletta. L'amore non esclude, semmai amplifica il sentire. Denise è talmente presa dalla sua storiella da dimenticare sua figlia. Con buona pace di quell'idiota di suo marito, cornuto contento.

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