Di straordinari accidenti



dal web
Sapeva che sarebbe successo prima o poi: la cattiva abitudine di non fermarsi mai e di fare quattro cose insieme doveva avere qualche sgradevole conseguenza. La pessima abitudine di parlare al telefono tenendo l'apparecchio incastrato tra orecchio e collo,con una postura scorretta e dolorosa, aveva già portato a capogiri, contratture ed era costata una serie di sedute dall'osteopata. Ma non aveva mai smesso: impossibile per lei stare seduta sul divano a gambe accavallate mentre parla con le amiche o con qualcun altro. Più comodo pratico avere le mani libere per cucinare, rigovernare o stendere i panni. Ecco, stendere i panni, appunto.
Stamattina, come al solito, prima di andare a scuola, Dolcezze era in balcone a stendere; contemporaneamente parlava con l'Amica Lettrice, alla quale illustrava, con dovizia di particolari, le ultime prodezze del Cucciolo. Ed ecco che, all'improvviso (e non chiedete come), il telefono, con un guizzo degno di un'anguilla, ha lasciato la comoda posizione orecchio-spalla e, con un doppio o triplo tuffo carpiato, è volato giù dal balcone. All'occhio di una Dolcezze attonita si è presentato lo spettacolo di un apparecchio diviso in 4 parti, con le pile sparse qua e là. Una volta scesa in cortile la vista era ancora più tragica: anche i tasti erano vaganti per l'impiantito...
Dolcezze raccoglie gli amati resti e si prepara ad attribuire loro i doverosi onori per il servizio fedele, quando decide di fare un ultimo tentativo: con un puzzle paziente ricompone l'apparecchio...e funziona. Non chiedete come e perché: dopo un volo da due piani funziona ancora. 
E così Dolcezze potrà evitare il predicozzo dell'Amato Bene. 
A proposito...silenzio di tomba, mi raccomando...

Commenti

  1. Complimenti vivissimi! Per questi esercizi ginnici ci vuole talento. Se ti può consolare ti racconto di quando, dopo aver parlato al cellulare per avvisare che avrei preso il treno x e che mi aspettassero in stazione, credetti di metterlo nella tasca dello zaino e invece lo feci scivolare sopra, guardandolo cadere dritto nel canale (studiavo a Venezia). Lì non l'ho potuto recuperare... :D
    Bridigala (Chiara, insomma)

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  2. Muta fui!
    Però pensa se fosse stato un cellulare. Altro che quattro pezzo e puzzle... Si sarebbe disintegrato.
    Quindi, fortunata tu. 😉

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  3. Ebbene no: se fosse stato un cellulare di vecchio tipo, di quelli a mattoncino, per intendersi, che usavano vent'anni e passa fa, sarebbe ancora altrettanto integro. Il mio, poverino, si è beccato non so quante cadute, voli e acrobazie in ospedale, e perfino un paio di docce. Chissà che non sarebbe sopravvissuto perfino al canale! (morale: comprate sempre telefoni molto robusti)

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  4. Cavoli, cara Dolcezze! Un super telefono!
    A me era successo con il mio vecchio Nokia.
    Sbattuto giù dal primo piano con la tovaglia.
    Ricomposti i vari pezzi ha ripreso subito a funzionare.
    Miracoli della telefonia!;-)))
    Un abbraccio
    Maria
    P.S. ...e acqua in bocca con l'Amato bene.

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  5. E cu parra? Io nenti sacciu.
    Sapessi quante volte il mio vecchio Nokia ha fatto voli acrobatici aprendosi e dividendosi almeno in tre pezzi. Ancora miracolosamente funziona. Certo, fosse stato un sofisticato smartphone gli avrei fatto il funerale da un pezzo.

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