Dei ragazzi di oggi

dal web

Da quando, nel secolo scorso, Dolcezze ha cominciato ad insegnare, i suoi malcapitati alunni di seconda hanno sempre avuto come regalo di Natale la lettura del Gattopardo. Per essere sicura che non ricorressero a qualche “aiutino”, ai poveracci Dolcezze consegnava anche un luuuungo questionario, nel quale erano richieste risposte talmente specifiche e dettagliate da imporre un’attentissima lettura. Al rientro dalle vacanze la visione del film di Visconti e successivo confronto fra il linguaggio letterario e quello cinematografico completava il lavoro. Dolcezze non negava che fosse un’impresa impegnativa (del resto lei stessa, ottima lettrice, aveva nella sua adolescenza abbandonato per ben due volte il sacro tomo); i ragazzi storcevano un po’ il muso, ma poi riconoscevano che ne era valsa la pena.
Col passare degli anni, l’ammorbidimento dovuto alla vecchiaia e al riconoscimento che, oggettivamente, forse il lavoro era eccessivo, Dolcezze aveva eliminato le domande, richiedendo solo una scheda-libro commentata. Permanevano film e dibattito.
Un anno, però, un alunno si era addormentato durante la visione della pellicola e gli altri avevano amabilmente sonnecchiato. Un paio, particolarmente audaci, erano persino stati beccati mentre armeggiavano col telefonino. A quel punto Dolcezze aveva deciso che, se volevano, avrebbero potuto vedere il film a casa e le ore di scuola sarebbero state più utilmente impiegate a fare grammatica. Il libro, però, come una roccia inamovibile, vecchio baluardo della letteratura, resisteva.
Quest’anno qualche timido segnale avrebbe dovuto far capire a Dolcezze che qualcosa era cambiato: il libro di lettura di novembre era La luna e i falò ed è stato l’inizio della fine. “Prof, questo libro è orribile!” “Prof, non sono riuscita a finirlo!” “Prof, non ce la faccio a leggerlo, mi addormento…” E via di questo passo.
Riflessione comune, discussione e lettura di pagine scelte in classe, commento sui singoli personaggi e Pavese passò.

Tomasi di Lampedusa no.

Durante le vacanze di Natale, di tanto in tanto, nel gruppo WA della classe apparivano scene di ragazzi schiacciati dalle montagne, stramazzati sui libri, moribondi sui letti…ma Dolcezze faceva orecchio da mercante. Al rientro Interventista, ormai rappresentanteprima ancora di dire “Bentrovata, prof, buon anno”, ha cominciato la giaculatoria “A nome della classe, volevo dirle che non siamo riusciti a leggere Il Gattopardo”. E giù tutta una serie di lamentazioni, da parte di TUTTI i ragazzi, anche dei lettori più convinti.  E la lingua è troppo difficile, e bisogna prendere il vocabolario una parola su tre, e le descrizioni sono troppo lunghe, e è troppo pesante, e ci sono capitoli che non c’entrano nulla con la storia, e gli sbalzi temporali sono eccessivi…Ed è stato inutile ogni espediente usato per appassionarli, e pure il tempo aggiuntivo fornito: il Gattopardo non è passato. Eppure la Seconda è una classe diligente e studiosa, che ha ancora il sacro terrore rispetto per Dolcezze: se non ce l’hanno fatta, non ce l’hanno fatta. 
E questo ha suscitato in Dolcezze una riflessione:
quando nel secolo scorso lei era una studentessa e il suo temibile professore del ginnasio lasciava 2 (due!) versioni e 10 (dieci!) di ripetizione ognigiornotuttiigiorni, lei e i suoi compagni le traducevano e le ripassavano, obtorto collo sì, ma le traducevano e le ripassavano. Quando la lettura obbligata (e non consigliata) era Mastro-don Gesualdo, che lettura tanto leggera non è, lei e i suoi compagni leggevano. Se poi non capivano i vocaboli, prendevano il vocabolario e chiosavano il testo. E non mollavano. Per loro le difficoltà erano sfide, per questi ragazzi montagne insuperabili.
A Dolcezze è venuta davanti l’immagine di adolescenti che mangiano omogeneizzati invece che bistecche, perché masticare è troppo faticoso. Vede la stessa cosa nel Cucciolo: studia, sì, ma alla prima difficoltà molla e chiede aiuto, a differenza dei fratelli che lavoravano con diligenza , nonostante i problemi. Qui il Genitore avrebbe detto: “Generazione di pastafrolla! O tempora , o mores!”
Di qui a poco, probabilmente, l’unica lettura sarà Topolino o Geronimo Stilton. Del resto già anche Manzoni per loro scrive in arabo…


N.B. Dolcezze è stata tentata di scrivere un post di risposta alle geniali affermazioni del Ministro dell' Istruzione, poi ha pensato che non meritassero il suo tempo, visto che si commentano da sole. Non può, però, non esprimere il suo profondo disgusto per tanta becera superficialità.

Commenti

  1. Mia figlia, seconda media, non è riuscita a leggere Il Barone rampante, e con lei gran parte della classe (credo, non ho indagato). Ha preso il vocabolario 3 volte in una sola pagina, e ha borbotatto parecchio. Io sono con te in questa battaglia, ma mi sa che devo cambiare le armi. Accetto suggerimenti.

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  2. Cara Dolcezze, ho appena pubblicato un post sui troppi "sì" dei genitori ai figli.
    Ciò che scrivi in questo post è la logica conseguenza a quei "sì" di troppo.
    Il "re di casa", abituato ad avere tutti ai suoi piedi, continua imperterrito a esigere sudditi.
    sinforosa

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    1. Più che altro, io penso che i nostri ragazzi non siano più abituati al lavoro. E in questo, hai ragione, i genitori li appoggiano.

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  3. Chissà perchè non mi stupisco. Io con il piccolo di casa sto cercando di alzare l'asticella. Ho bandito Geronimo Stilton da un po' e anche Diario di una Schiappa ben presto farà la stessa fine. La realtà è che i bambini e i ragazzi non sono abituati a perdere tempo a leggere. Se leggono lo fanno con letture veloci e con libri scritti in modo elementare. Prova a leggere Diario di una Schiappa e poi capisci perchè non riescono a finire Il Gattopardo!

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    1. Ma il Diario di una schiappa è lettura da scuola media...qui siamo al liceo e, ti garantisco, le letture affrontate l'anno scorso non erano più semplici. L'adolescenza che avanza diventa meno collaborativa

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  4. Oggi sfondi una porta di desolazione già spalancata dentro di me. E' triste. E' triste quello che racconti, quello che siamo andati scoprendo nel tempo, tutto ciò che è oramai evidente.
    Lo vedo anche da mio figlio: prima elementare. Nato stanco, già oberato dalle paginette di a,e,i, in corsivo.
    A calci nel sedere ti piglio, gli ho urlato qualche giorno fa sfinita. I compiti si devono fare, li DEVI fare, e li DEVI pure FARE BENE, è il tuo unico dovere e non voglio aggiungere altro.
    Pensa quando andremo avanti. Non oso pensare.

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    1. hai centrato esattamente il problema: il loro sogno è massimo risultato con minimo sforzo. E la deriva è velocissima: fra la Quinta e la Seconda, classi entrambe bellissime, c'è una differenza enorme, come fra i miei figli grandi e il cucciolo

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  5. Oddio, mi sono appena resa conto di non aver mai letto Il Gattopardo, mentre Mastro-don Gesualdo si e non mi è piaciuto per niente! E' vera questa tendenza a mollare alla prima difficoltà, lo vedo da mia cugina una 2000 diligente ma abituata a mollare quando le cose si fanno difficili...Comunque io al liceo avevo un prof di filosofia e storia che per le vacanze ci lasciava letture universitarie, ci ha aperto la mente e insegnato non solo a usare il dizionario ma anche ad usare le nostre risorse e a riflettere!

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    1. Il GATTOPARDO E' SACRA LETTURA OBBLIGATORIA! Mastro don Gesualdo è complessoe ti confesso che da ragazza l'ho odiato. Qualche anno fa l'ho ripreso e l'ho amato. Alla fine piangevo come una fontana. Forse è un libro ce si apprezza con la maturità (e anche per questo non l'ho mai dato da leggere ai miei alunni9

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  6. I ragazzi purtroppo non leggono piu. La tecnologia ha soppiantato i libri e ha tolto quindi il piacere della lettura ed anche di una sana vita all'aria aperta. Quanto al resto è assolutamente vero i ragazzi oggi hanno le "spalle coperte" da genitori troppo comprensivi che li giustificano in tutto e proteggono all'eccesso. Purtroppo è una situazione che notiamo tutti i giorni nella scuola, nello sport, nelle relazioni sociali.

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  7. Ti dò sicuramente ragione sui giovani di oggi che, purtroppo, si abbattono ad ogni difficoltà anche piccola.
    Sulla lettura, però, ritengo che sia giunto il tempo di abbandonare certi libri che trovo decisamente vetusti e di passare a qualcosa che invogli i ragazzi a leggere e a discutere del libro in classe.
    Mia figlia al classico ha letto molto volentieri "Nel mare ci sono i coccodrilli" di Fabio Geda, che ha dato poi anche la possibilità di parlare delle migrazioni.
    Credo che la lettura debba essere un po' più "moderna" 😉
    Un abbraccio
    Maria

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    1. IL libro di Geda è bello e stimolante, ma i ragazzi devono imparare a leggere i classici, ch esono fuori dal tempo e dallo spazio. Ma nei ritmi veloci della vita di oggi risulta molto difficile.

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  8. Mio figlio ha appena terminato la quinta elementare. E, devo dire, con risultati eccellenti. La cosa non mi ha stupito più di tanto, nel senso che è il giusto riconoscimento di cinque anni di lavoro costante e di impegno continuo. Io sulla scuola ho messo in chiaro il concetto fin dal primo giorno di prima. Questo devi fare, lo devi fare al meglio delle tue possibilità, a meno che tu non sia moribondo non esistono giustificazioni di alcun tipo. A me non interessa quando fai i compiti (mi riferisco soprattutto al fine settimana), mattina, pomeriggio, sera, in un giorno solo oppure suddivisi su più giorni: alla domenica sera deve essere tutto fatto. In caso di assenze per malattia ha sempre recuperato ogni singola pagina fatta, mai lasciato indietro nulla in cinque anni, anche se questo spesso ha significato full immersion da guinness dei primati (in classe hanno sempre lavorato un sacco). Ovviamente ci sono stati momenti di difficoltà, ma è anche vero che sta ai genitori dare motivazioni e stimoli per superarli. Questo, certo, costa molta fatica e di sicuro tanto impegno. E non tutti sono disposti ad impegnarsi in questo senso. Molto più facile andare a brontolare dagli insegnanti e scaricare su di loro la responsabilità di ciò che non funziona.
    Nella nostra scuola il patto educativo di collaborazione fra scuola e famiglia viene sottoscritto ad inizio anno da entrambe le parti e sono pienamente convinta della sua validità. Infatti in cinque anni non ho mai avuto mezzo problema. Però tutti devono fare la loro parte.
    Relativamente alla lettura vale lo stesso discorso, non si può pretendere che i ragazzini leggano, se in casa nessuno insegna loro a farlo, se nessuno dà l'esempio, se nessuno insiste. I genitori sono i primi ad impiegare il loro tempo su smartphone, playstation e via dicendo.
    Io ho cominciato a leggere a mio figlio a sei mesi, il libro alla sera non è mai mancato, abbiamo fatto letture insieme, poi ha imparato a leggere da solo, anche se non legge ancora libri troppo impegnativi, ma è un lavoro costante che va fatto nel tempo. Solo così si può imparare ad apprezzare la lettura. E anche in questo bisogna vi sia un rapporto di collaborazione con gli insegnanti.
    Venendo ai classici... Non sono proprio una fanatica del genere, ma è giusto vengano proposti a scuola. Però, perdonami, il tuo regalo di Natale è abbastanza da suicidio. Solidarietà agli studenti 😂😂😂

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