Di madri e di paure


foto dal web

Quando ti mettono tra le braccia un cucciolo urlante, che è uscito da te, ma che tu non conosci, hai paura. Non sai tenerlo in braccio, temi di fargli male mentre lo vesti, mentre gli cambi il pannolino, mentre lo addormenti. Se non piange, vai a controllarlo perché temi che non si svegli, se piange, corri a consolarlo. Spesso non dormi, non hai un minuto per te, hai paura di non farcela… ma ti rimbocchi le maniche, stringi i denti e vai.
Poi cresce.
E tu hai paura che cada, che sbatta la testa, che si metta in bocca qualcosa e possa strozzarsi. Ma lo controlli a vista, cerchi di eliminare tutti i pericoli, stai attenta ad ogni spigolo, ad ogni giochino…e vai avanti.
Poi lo porti alla scuola materna, e temi che si senta solo e abbandonato, che non si relazioni bene con gli altri bambini, che la maestra non lo consoli se piange. Ma sai che gli fa bene uscire dal nido e iniziare a conoscere il mondo e lo lasci lì, anche se strilla.
Cresce ancora e va a scuola. 
Hai paura che non leghi coi compagni, che venga preso in giro, che si trovi in difficoltà per qualcosa o per qualcuno, che frequenti cattive compagnie, che venga escluso dal gruppo, che non riesca bene negli studi…ma gli devi garantire la migliore formazione possibile e chiudi la porta in faccia ai tuoi timori. Gli stai ancora accanto, ma defilata, quasi invisibile, perché lui ha bisogno dei suoi spazi e ti urla in faccia che non ha bisogno di te, ma sia tu che lui sapete bene che non è vero.
Poi cresce ancora e ti dice che vuole andare via (per studiare, per inseguire i suoi sogni o un amore, non importa) e lì hai paura ancora di più: come farà senza di te? saprà gestirsi nella quotidianità, sarà in grado di cucinare, di badare alle sue cose, saprà capire che non sempre può arrivare là dove vuole? chi lo conforterà se ha paura, chi lo abbraccerà quando piange?
E ancora una volta stringerai i denti e andrai avanti. Lo spingerai a coltivare e realizzare i suoi sogni, lo incoraggerai nelle sue scelte, gli darai tutto il supporto necessario… perché sei una madre, e una madre questo fa: non trattiene dentro di sé, ma spinge il figlio perché esca fuori, perché affronti la luce e i rumori all’esterno del caldo e ovattato ventre che lo ha accolto, nutrito e formato per nove mesi.
Perché una madre sa che trattenere dentro è morte per sé e per il figlio e che la vita parte nel momento in cui c’è il primo respiro fuori da te, in cui il cordone ombelicale viene tagliato e da uno diventate veramente due.

E allora capisci che se tuo figlio vuole andare via è perché tu hai fatto veramente un buon lavoro.


E questo è per te, Amica Lettrice, che sei un’ ottima madre.

Commenti

  1. L'avventura più esaltante e difficile per una donna l'hai descritta tu con queste bellissime parole che ritraggono il cammino di una madre accanto al figlio. E hai ragione : il distacco avviene quando da uno ci si ritrova in due. E non basta una vita per accettare che tuo figlio può camminare da solo e che è felice di farlo. Una parte di te vorrebbe essere là, sia pure per respirare l'aria che respira lui.

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  2. E la chiave è proprio,nell'ultima frase: se i figli vanno via siete stati buoni genitori - con il corollario che se sapete lasciarli andare via, allora li amate davvero. Purtroppo in Italia è questo è vissuto come un'eresia, e questo tende a complicare la vita di tanti.

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  3. grazie Dolcezze...per questo bellissime parole...<3<3<3

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  4. Hai riassunto in modo magistrale quello che provo carissima!
    Quanti pensieri ora che le figlie crescono e quanta paura per il loro futuro!
    Io le affido ogni giorno nelle Sue mani certa che saprà aiutarle a fare sempre la scelta più giusta.
    Un abbraccio
    Maria

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  5. Grazie Dolcezze...mi hai fatto riflettere...io che ho mille paure e con tutte le forze cerco di avvolgerlo in un bozzolo caldo e tenere fuori il mondo. Sbaglio...cercherò di non farlo più...

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