Del voto ( e Delle cronache di Villa Arzilla 27)



Domenica elettorale: Dolcezze si alza presto, come al solito, perché è di servizio nonnisitter e vuole andare a votare prima di trasferirsi a casa dei Genitori. L’Amato Bene decide di accompagnarla e alle 8.00 i due sono pronti. Prima di uscire Dolcezze fa la telefonata di controllo alla Genitrice:

Buongiorno! Com’è andata la notte? Come ti senti?”
“Al solito.”
“Io vado ora a votare, poi vengo subito da te”
“Io sono già pronta”
“Ehmmm…pronta per cosa?”
“Per andare a votare, ovvio!”
“A votare? Tu vuoi andare a votare? Ma se non puoi camminare! Non esci più da una vita! Non vai più neanche a Messa!”
“E che c’entra! Il Signore lo sa che non ce la faccio ad uscire! Pare* che si vota tutte le settimane!”
“Per carità, il tuo senso civico è ammirevole, ma ti ricordi che per arrivare alla macchina devi fare 77 scalini a scendere e altrettanti a salire, per non parlare di quelli da fare al seggio?”
“E che vuoi che io non vada? E se mancasse solo il mio voto ai miei per vincere? Mi dispiace per tuo padre, che proprio non può votare, ma anche lui non avrebbe mai rinunciato ad esprimersi. Finché posso ci vado”

E così Dolcezze e l’Amato Bene sono andati a prendere la Genitrice. Ci son voluti 20 minuti per fare i 77 gradini in discesa, 15 minuti per riuscire a salire in macchina, 15 minuti per scendere dalla macchina disdegnando l’aiuto dei poliziotti accorsi ad aiutarla, 15 minuti buoni per arrivare dal portone al seggio, salendo altri 10 gradini, 10 minuti per votare (“Non c’è bisogno che mi accompagni, faccio da sola”), 20 minuti per tornare alla macchina (ora era veramente stanca), 15 minuti per risalire a bordo e altrettanti per scendere, 25 minuti per rifare i 77 scalini, e poi finalmente è rientrata a casa dove non è più riuscita a fare neanche un passo.

“Portami una Tachipirina, per favore, se no non riuscirò più a muovermi…sono un po’ stanchina”
“Te l’avevo detto che non era il caso!”
“E no, cara! Come va va…ma il mio dovere io l’ho fatto: nessuno deve decidere per me”


* "pare che" è forma dialettale per "non è che"

Commenti

  1. Grazie alla tua mamma per questa lezione esemplare. E a te per averla condivisa.

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    1. E' vero:lezione forte, lezione tosta. Le condizioni fisiche della Genitrice sono veramente pessime: cammina con due stampelle, con passettini minimi, già a casa si muove con estrema difficoltà...eppure ha preteso di esercitare il suo diritto di voto. Per tutto il tempo (taaanto, non c'è finzione letteraria in questo racconto) ho pregato che non inciampasse, che le gambe la reggessero, che non dovessimo chiamare un'ambulanza per riportarla a casa. Eppure ce l'ha fatta, a testimonianza che la volontà controlla anche un corpo che ormai cede. Lezione forte, per chi pensa che votare sia un optional o sia inutile. Votare è un diritto, votare è un dovere.

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    2. Nonna Mifflin, ultra-novantenne, è in un istituto, per sua scelta, dalla fine del 2006. Questo istituto, religioso di orientamento, diciamo che intraprende, sempre, una notevole campagna dissuasoria verso il voto, per motivi temo di mera fatica pratica (allestire i seggi negli istituti, a domicilio, coinvolge burocrazia e fatica). Bene. Lei lo pretende, sempre. Inizia a sfracanare loro le palle/ops, volevo dire chiedere con molta fermezza reiterata, un paio di mesi prima. E non si chetà finché non ha la garanzia che tutto sia approntato. E, anche in questo caso, come per la tua mamma, io la ammiro tanto.

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    3. E brava anche Nonna Mifflin. Speriamo di eredeitare la loro grinta e la loro volontà di ferro.

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    1. Assolutamente sì. Né io nè l'Amato Bene siamo riusciti a dissuaderla...

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  3. Ammiro tua madre dal più profondo del cuore. Io, nel mio piccolo, oggi sono andata a votare con l'influenza. Non avevo febbre, ma ero debolissima. E ci sarei andata anche con 40 di febbre. Anch'io ho pensato che non volevo assolutamente che gli altri decidessero per me.
    E speriamo bene per la nostra povera Italia.
    Un grande abbraccio a te, a tua madre e l tuo Amato Bene per la grande pazienza che dimostra.

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    1. Effettivamente l'Amato Bene oggi è stato un modello di pazienza. Credo che anche lui sia rimasto ammirato per la ferma decisione della Genitrice.

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  4. Commento subito prima di leggere i commenti degli altri: e io che mi sono sentita così eroica per aver tenuto testa ad un modesto capogiro durante l'attesa! Incerta se accasciarmi con grazia sul pavimento ho finito per stramazzare su una sedia tirata fuori di malagrazia, per paura che qualcuno desse la precedmenza alla mia pressione invece che al mio voto, e lì ho stretto i denti e barcollato fino al seggio. Ma leggere di Genitrice mi ha giustamente ridimensionato. Che poi, ha ragione lei: mai delegare. E dì la verità (ora che la sfaticata è finita lasciandovi stremati) : genitori così son soddisfazioni 😉

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    1. Genitori così son soddisfazioni, nonni così sono modelli. Bene così.
      Tu, piuttosto, riguardati. Del resto hai già votato!

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  5. "se mancasse solo il mio voto ai miei per vincere..." Mitica!!!
    "vote Genitrice for President"
    Kisses and hugs for Genitrice
    :*

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  6. fulgido esempio di senso civico, andrebbe usata, per l'appunto come dimostrazione di cosa voglia dire esercitare un proprio diritto/dovere.

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    1. E infatti io ho parlato di questa esperienza alle mie classi. Inconcepibile il distacco di molti giovani dalla politica!

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    2. Esattamente quello che intendevo.

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