Di Quinte e di Maturità

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E quest'altra Quinta sta per uscire e non posso certo dire che sia stato un percorso facile. 
Per una strana congiuntura astrale (o per perversi giochi di potere) in questa classe si era raccolto un universo indistinto di varia umanità, non sempre buona e non sempre bella. 
Qui ho toccato con mano (e non è un'esperienza comune nei Licei) quanto conti la provenienza socio-culturale nella formazione dell'uomo e del cittadino, quanto la crisi economica abbia inciso sulle famiglie, quanta importanza abbia (in certi livelli) l'essere figlio di... o figlio di nessuno.
Qui, al biennio (età di sogni e di progetti spensierati), in un tema,appunto, sui sogni e i desideri, lessi la sconvolgente riflessione: "Io sogno di sposare un uomo ricco, così poi ci faccio un figlio, mi faccio intestare la casa e, se divorziamo, mi deve dare gli alimenti". 
Qui, alla notizia di un caso di pesanti molestie sessuali, ci fu un generale scrollare di spalle e il commento: "Quanto rumore! Non è che l'ha violentata!" 
Qui, ad ogni gita, nei cinque anni, non si è mai riusciti a raggiungere il numero, perché non c'erano soldi. 
Qui per ogni problema si cercava di ricorrere alla scappatoia, alla via brevis, al mezzuccio, al sotterfugio.

E' stato un lavoro duro. Abbiamo zappato, strappato erbacce, concimato e seminato. Per ora questo è un campo apparentemente vuoto, ma si vede che la terra è rimestata, che non ci sono erbacce, e si aspetta che il seme germogli e porti frutto, anche se, probabilmente , non lo vedremo noi.

Ieri, a vederli tutti lì, schierati davanti alla porta, con i loro dizionari e le facce di chi non ha dormito per la paura dell'ignoto, mi sono commossa e quando, dopo la consegna delle tracce, ho visto la loro sostanziale serenità ("Prof, abbiamo fatto compiti più difficili quest'anno!"), mi sono rincuorata. 
Forse, alla lunga, qualcosa è passato, forse non è andato tutto perduto, forse era comunque terra buona, che doveva essere lavorata molto, visto che il campo era abbandonato da tanto tempo. 
Forse questi semi fioriranno già in questi esami, forse qualcuno ricorderà certi predicozzi, forse la costruzione di questi uomini e donne è ancora nascosta da impalcature che poi, una volta buttate giù, riveleranno la bellezza che c'è sotto.

Buon cammino, allora, a loro e anche a noi prof, perché non gettiamo mai la spugna, anche se a volte la voglia è tanta, perché la scuola buona siamo noi.

Commenti

  1. E' bello leggere queste righe... grazie Liria! John Keating docet!!
    un abbraccio e... buona maturità!, anche a te!
    A, Ct

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  2. Stavolta mi hai commossa veramente.Ieri mattina,a messa per pregare per mio figlio e il suo amico,il sacerdote ha chiesto di pregare soprattutto per quei ragazzi privi di famiglie trepidanti alle spalle,per quei figli di nessuno, come hai detto tu.
    Ma fortunatamente dietro di loro c'è un Dio che li ama e li protegge.E che ha messo sul loro cammino un'insegnante come te.

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  3. Alla fin fine dai diamanti non nasce niente, giusto? Chissà...

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  4. Mi sono commossa, e sì che ho il cuore duro. Hai ragione su tutto, punto.

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  5. @ Angie: grazie a te!
    @ Solsido: grazie per quello che dici ( e che vorrei veramente meritarmi),e sul resto hai veramente ragione. Sai quanta solitudine c'è dietro tanti? Sai quanto abbandono, reale o metaforico?
    @ Anonimo (ma perché non mi hai scritto il tuo nome? E' triste chiamarti così): è proprio vero!
    @ povna: so che tu capisci bene, perché di "smarginati"(come dici tu) hai esperienza. E hai anche esperienza del duro lavoro del dissodare e seminare, che è poi il bello del nostro lavoro, nonostante la fatica.

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