Di chi vuole l'odio e di chi cerca la libertà

foto dal web

E’ triste dover parlare di attentati e di morti, soprattutto in un blog che è nato per parlare di “sciocchezze”, ma non posso non fare una riflessione.

Per tutta la giornata di ieri, da quando ho sentito dell’attentato a Parigi, ho ripensato alla bellezza di quella società multietnica che avevo ammirato durante la mia esperienza parigina. 
Lì ero rimasta affascinata, salendo e scendendo dalla metropolitana, girando per le strade, entrando nei negozi, dalla molteplicità di facce, di razze, di abiti che vedevo coesistere. 
Lì avevo scherzato sulle “50 sfumature di nero”, avevo ammirato donne anziane con mani e piedi decorati con l’henné, avevo guardato famiglie multietniche con figli bellissimi e avevo riflettuto sulla meraviglia di una molteplicità che è ricchezza e dono. Certo, non mi illudevo che la convivenza fosse idilliaca, ma notavo la differenza negli atteggiamenti rispetto “alle nostre parti”.

Ed ora tutto questo.

E la terribile consapevolezza che c’è chi vuole l’odio, la divisione, la disgregazione di un popolo, delle famiglie, della società tutta.

E la terribile consapevolezza che ciò che vincerà sarà la paura, il senso di sfiducia, la diffidenza…e l’incertezza.


E a ciò aggiungi i destinatari dell’attentato. 
Personalmente non apprezzo molto la satira rivolta contro la religione (quale essa sia), perché, come diceva la mia vecchia nonna "Scherza coi fanti e lascia stare i santi", ciononostante ho sempre ritenuto la libertà di pensiero, di espressione, di stampa più importanti  della mia personale sensibilità. 

Chi è morto aveva scelto di rimanere diritto, senza inginocchiarsi dinanzi ad alcun potere, politico o religioso che fosse. 
In una società che spesso tende all'omologazione e alla ricerca del tranquillo quieto vivere, il loro lavoro ci ricorda che è importante mantenere fede ai propri ideali e che per la libertà si può anche sacrificare la vita.

E la sottile ironia di questa triste vicenda è che le vignette che son costate la vita di 12 persone (e che solo i lettori di Charlie Hebdo avevano potuto leggere) ora sono state viste in tutto il mondo, anche da chi, senza tutta questa pubblicità, non ne sarebbe mai venuto a conoscenza. 


Alla faccia della vendetta contro la blasfemia.

Commenti

  1. Hai ragione. E' un po' quel che dice Murasaki ricordando che chi fa satira di mestiere può 'parlare' anche da morto. Per il resto, senza parole.

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  2. Hai proprio ragione Dolcezze.
    Volevano tappare loro la bocca e hanno ottenuto l'effetto contrario.
    Ma che tristezza che l'uomo non sia capace di accettare anche le idee diverse dalle sue.
    Un abbraccio Maria
    P.S. Sono d'accordo con te sul lasciare stare i Santi.

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  3. sono con te quando dici che la loro opera ha avuto molta più visibilità così;
    sono con te nell'avvertire un filo di disagio quando si ironizza su argomenti che per altri sono sacri.
    ma sai cosa mi inquieta di più di questa storia? non è stato un attentato come alle torri gemelle o alla metropolitana, alla cieca, prendendo dentro povera gente a caso. Hanno voluto deliberatamente colpire quelle persone.. hanno voluto attaccare un simbolo.. questo mi mette i brividi più del numero dei morti..

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  4. Vero. Tutto quello che scrivi. E anche quello che scrive Iole nel commento. Anche a me inquieta ancora di più che abbiano scelto di colpire un simbolo.
    La risposta della popolazione francese, però, mi da speranza.
    Sembrano tutti uniti per difendere questa libertà.

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  5. @ la povna: e questi morti adesso non parlano, urlano
    @ Maria: infatti. E l'uomo non impara mai
    @ Iole: E' il fiorire dell'intolleranza, della paura di voci diverse, del timore del confronto. Ed è questo che fa paura.
    @ Mamma avvocato: e speriamo che veramente tutti, anche da questo, ricordiamo il valore assoluto della libertà

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  6. Verissimo, urlano. Proprio per questo, viceversa, per ascoltarli meglio, noi non lo dobbiamo fare.

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  7. Guardando certe vignette mi permetto di dire che di satira non hanno niente,sono pura pornografia.E guarda caso sempre su argomenti religiosi,o quasi.Lo sgomento per tanto sangue non cancella comunque la mia personale indignazione per scelte editoriali che offendono la sensibilità di milioni di persone.Milioni di persone che in nome di quel Dio che loro irridono senza alcun ritegno rispettano la libertà di tutti.Ogni forma di integralismo è foriero di repressione ed inibizione e la chiesa cattolica si è macchiata in passato di crimini terribili.Oggi un cattolico può guardare una vignetta blasfema sapendo che nessuno pagherà con la vita per questo.Ma ciò non impedisce di soffrire.E io mi sento offesa nella mia sfera più intima e privata.

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    1. Come ho gà detto, anch' io penso che tutti debbano rispettare la sensibilità altrui, soprattutto su argomenti religiosi, ( la libertà individuale del singolo dovrebbe finire dove comincia la libertà dell'altro), fatto salvo che ognuno debba avere il diritto di scrivere, disegnare o dire ciò che pensa senza dover temere rappresaglie, violenze e attentati.

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  8. Sottoscrivo in pieno. Parola per parola!

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